Sinossi
Penelope è una donna sottoposta alle intemperie del tempo, conosce la propria intelligenza, ormai conosce se stessa, la saggezza che l’ha portata ad essere un’eroina di resistenza e determinazione.
Conosce il suo corpo, e la sua lingua. Parla riempiendo il suo deserto emotivo di parole che sono una prima persona singolare, un monologo ironico e dolente che segue il tempo languido del sogno e quello forsennato del desiderio e della fame.
La bocca è la porta del corpo e della mente che dà sul mondo esterno. È il luogo da cui entra il cibo, da cui escono le parole. Penelope osserva il mondo dei maschi, cercando ristoro dal caldo e dal fumo della guerra che imperversa fuori. Dal corridoio di casa, sprofondata in una noia senza fine, immagina di invitare a pranzo l’uomo che attende da sempre.
“E’ come se fossi venuta qui ogni giorno, vengo qui e lo aspetto, mentre l’insistenza del sole scava rughe profonde sul viso, sul petto…”
Note di regia
Su quale tipo di storia abbiamo formato la nostra cultura? Ulisse il re dell’ingegno, il pensatore, colui che, emblema dell’umanità curiosa, usa la sua intelligenza per dominare la realtà. Penelope, invece, è una giovane donna, il suo apprendistato è lungo. Cosa le sta insegnando la solitudine? L’attesa di Penelope, la sua resistenza non violenta di cosa ci parla; perché ci parla in questo momento?
Penelope è una donna sottoposta alle intemperie del tempo, conosce se stessa, conosce la propria intelligenza fine che l’ha portata ad essere un’eroina di resistenza e determinazione. Conosce il suo corpo, conosce la sua lingua, sa parlare e ora parla riempiendo il suo deserto emotivo di parole che sono una prima persona singolare, un monologo ironico e dolente.
La sensibilità di Federica Carruba Toscano e il suo straordinario talento sono il corpo e la voce perfetti per impersonare una donna così antica eppure dalle istanze modernissime. La bocca è la porta del corpo e della mente che dà sul mondo esterno. È il luogo da cui entra il cibo, da cui escono le parole. È frontiera, è limite. Ed è sulle labbra di un’attrice che prende corpo questa voce, questa donna, questo canto.
Scritto e diretto da
Martina Badiluzzi
Con
Federica Carruba Toscano
Progetto sonoro dal vivo
Samuele Cestola
Disegno luci e scene
Fabrizio Cicero
Costumi
Rossana Gea Cavallo
Dramaturgia
Giorgia Buttarazzi
Aiuto regia
Arianna Pozzoli
Assistente costumi
Marta Solari
Produttore e Organizzatore generale
Pietro Monteverdi
Comunicazione e PR
Linee Relation - Valeria Bonacci, Giorgia Simonetta
Artwork
Serena Schinaia
Fotografie
Guido Mencari
Ufficio Stampa
Marta Scandorza
Una produzione
Oscenica
In coproduzione con
Romaeuropa Festival, Primavera dei Teatri, Pergine Festival
Con il sostegno di
Centro di Residenza dell’Emilia Romagna
“L’arboreto – Teatro Dimora - La corte Ospitale”, Teatro Biblioteca Quarticciolo, Carrozzerie N.O.T., Teatro del Grillo